Il nostro Santo Patrono

SAN GIORGIO martire

*Cappadocia, (Turchia) 275-285 circa ✞Nicomedia, (Izmit -Turchia) 23 aprile 303

Martire*

Il suo nome deriva dal greco ‘gheorg6s’ cioè ‘agricoltore’. Giorgio era nato in Cappadocia ed era figlio di Geronzio persiano e Policronia cap­ padoce, che lo educarono cristianamente. Trasferitosi in Palestina, si arruolò nell’esercito di Diocleziano (243-313) imperatore dei romani, comportandosi da valoroso soldato, fino al punto di giungere a far par­ te della guardia del corpo dello stesso Diocleziano, divenendo ufficiale delle milizie. Il martirio sarebbe avvenuto sotto Diocleziano stesso, il quale con l’editto del 303, prese a perseguitare i cristiani in tutto l’impero. Il tribuno Giorgio di Cappadocia allora distribuì i suoi beni ai poveri e dopo essere stato arrestato per aver strappato l’editto, confessò davanti al tribunale dei persecutori, la sua fede in Cristo; fu invitato ad abiurare. L’imperatore gli impose di cessare questo suo ministero e di piegarsi davanti agli dèi di Roma imperiale; ma S. Giorgio francamen­ te gli rispose: « Rispetto le tue leggi, ma non piego le ginocchia a terre­ ne e false divinità ». Infuriato a tale risposta, il tiranno lo degradò, lo condannò a molti terribili supplizi, ma Giorgio miracolosamente rima­ se illeso. In carcere ha la visione del Signore che gli predice sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre volte la resurrezione. L’imperatore Diocleziano lo condannò nuovamente a morte e il santo si lasciò deca­ pitare, promettendo protezione a chi avesse onorato le sue reliquie, le quali sono conservate in una cripta sotto la chiesa cristiana (di ri­ to greco-ortodosso) a Lydda (l’odierna Lod, in Israele), mentre a Roma nella chiesa di S. Giorgio al Velabro, è custodita la reliquia del suo cra­ nio.

Vari Ordini cavallereschi portano il suo nome e i suoi simboli, fra i più conosciuti: l’Ordine di S. Giorgio, detto “della Giarrettiera”; l’Ordine Teutonico, l’Ordine militare di Calatrava d’Aragona; il Sacro Ordine Costantiniano di S. Giorgio. È considerato il patrono dei cavalieri, de­ gli armaioli, dei soldati, degli scouts, degli schermitori, della Cavalleri­ a, degli arcieri, dei sellai; inoltre è invocato contro la peste, la lebbra e la sifilide, i serpenti velenosi, le malattie della testa.

* Megalomartire, cioè grande martire, per la Chiesa Ortodossa.

la leggenda aurea

La leggenda -del drago comparve molti secoli dopo nel Medioevo, quando il trovatore Wace (1170 ca.) e soprattutto il vescovo di Geno­ va, Jacopo da Varagine (t 1293), nella sua “Leggenda Aurea”, fissano la sua figura come cavaliere eroico, che tanto influenzerà l’ispirazione figurativa degli artisti successivi e la fantasia popolare. Essa narra che nella città di Silene in Libia, vi era un grande stagno, tale da nasconde­ re un drago, il quale si avvicinava alla città, e uccideva con il fiato quante persone incontrava. I poveri abitanti gli offrivano per placarlo, due pecore al giorno e quando queste cominciarono a scarseggiare, of­ frirono una pecora e un giovane tirato a sorte. Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, il quale terrorizzato offrì il suo patrimonio e metà del regno, ma il popolo si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli, dopo otto giorni di tentativi, il re alla fme dovette cedere e la giovane fanciulla piangente si avviò verso il grande stagno. Passò proprio in quel frangente il giovane cavaliere Giorgio, il quale saputo dell’imminente sacrificio, tranquillizzò la principessina, promettendole il suo intervento per salvarla e quando il drago uscì dalle acque, sprizzando fuoco e fumo pestifero dalle narici, Giorgio non si spaventò, salì a cavallo e affrontandolo lo trafisse con la sua lancia, ferendolo e facendolo cadere a terra. Poi disse alla fanciulla di non a­ vere paura e di avvolgere la sua cintura al collo del drago; una volta fatto ciò, il drago prese a seguirla docilmente come un cagnolino, verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li rassicurò dicendo: “Non abbiate timore, lddio mi ha manda­ to a voi per liberarvi dal drago: Abbracciate la fede in Cristo, ricevete il battesimo e ucciderò il mostro”. Allora il re e la popolazione si con­ vertirono e il prode cavaliere uccise il drago facendolo portare fuori dalla città, trascinato da quattro paia di buoi.

La leggenda era sorta al tempo delle Crociate: l’eroico martire della Cappadocia fu riconosciuto simbolo di Cristo, che sconfigge il male (demonio) rappresentato dal drago. I crociati lo scelsero come patrono, perché, alle porte di Gerusalemme, ebbero una visione di San Giorgio vestito di una bianca armatura, che impugnava una croce rossa e faceva loro cenno perché lo seguissero e conquistassero la città. Essi allora si fecero coraggio, presero la città e sconfissero i saraceni. Con Riccardo

Cuor di Leone (1157-1199) san Giorgio venne invocato come protetto­ re da tutti i combattenti e nel 1348 re Edoardo III istituì l’Ordine dei Cavalieri di San Giorgio o della Giarrettiera.

San Giorgio testimonia una sola idea, molto semplice ma fondamenta­ le: il bene a lungo andare vince sempre il male e la persona saggia, nel­ le scelte fondamentali della vita, non si lascia mai ingannare dalle ap­ parenze. Quest’umile martire, volle testimoniare in piena libertà, la sua fede in Cristo, soffrendo e donando infine la sua giovane vita, come fecero in quei tempi di sofferenza e sangue, tanti altri martiri di ogni età, condizione sociale e in ogni angolo del vasto impero romano. È esempio di perfetta carità: confortare gli afflitti e i travagliati, fortifica­ re i deboli nella fede e aiutare il prossimo in tutte le sue necessità, ri­ cordandoci che in Cristo siamo tutti fratelli.

VIRTUS ET HONOR

Il motto del nostro club “Forza (Virtù) e Onore” ben si sposa con il Santo martire Giorgio. L’onore nasce dalla virtù. La difesa del debole, l’aiuto a chi soffre, la pratica_della giustizia, la fortezza nella prova, la fiducia in Dio sono le virtù che rendono nobile l’animo dell’uomo e ne fanno un vero cavaliere, ricco di doti umane e cristiane. San Giorgio non si è piegato di fronte all’ingiustizia e alla prepotenza, ma, come vero soldato, ha saputo resistere al male, forte della sua fede in Cristo, vero modello di cavaliere e di condottiero.

PREGHIERA

San Giorgio, nostro condottiero,

rendici uomini degni di Cristo, nostro Re e Signore: ribelli ma rispettosi, forti, generosi, schietti, leali, veri fratelli.

Fa che la nostra strada sia la tua strada e che l’ebbrezza della libertà che viviamo in sella alle nostre moto

sia preludio della gloria eterna del Paradiso.

Amen.

San Giorgio